La Corte di Cassazione a distanza di dodici anni mette la parola fine alla vicenda giudiziaria, condannando all’ergastolo definitivo il 51enne di Canicattì Gaetano Marturana per l’omicidio del pensionato Angelo Anello.
Un delitto maturato per interesse, quando il pensionato Angelo Anello chiese il saldo del prezzo pattuito per la vendita di un terreno coltivato a vigneto a cavallo tra le province di Agrigento e Caltanissetta. Marturana aveva stipulato con Anello un preliminare di acquisto di un vigneto per 170.000 euro ma pagò soltanto un anticipo di 15.000 euro, falsificando le carte per far apparire di aver saldato quanto dovuto. Alla minaccia di denuncia da parte di Anello, Marturana avrebbe deciso di ucciderlo. Il delitto avvenne in territorio di Serradifalco, in contrada Grottarossa, proprio nei pressi del terreno in oggetto.
Dopo una lunga camera di consiglio i giudici della Suprema Corte hanno confermato oggi la sentenza della terza sezione della Corte d’appello di Catania che aveva giudicato colpevole di omicidio Marturana, in atto libero fino alla sentenza definitiva.
In primo grado a Caltanissetta l’imputato era stato condannato all’ergastolo. Nel 2012 in Corte d’appello, per il reato di omicidio, Marturana venne invece assolto “per non aver commesso il fatto”, sebbene condannato ad 1 anno e 4 mesi per la violazione della sorveglianza obbligata e a 4 anni per la falsità materiale dell’atto di compravendita del 2003.
Decisione contro cui ricorsero per Cassazione la Procura generale con il procuratore Fernando Asaro e l’avvocato di parte civile, Boris Pastorello, procuratore delle figlie della vittima.
L’11 febbraio 2014 la Cassazione, in accoglimento dei ricorsi proposti dalla Procura Generale e dal difensore della parte civile, annullò parzialmente la sentenza, nella parte relativa all’assoluzione dall’accusa di omicidio, rinviando alla Corte di Assise di Appello di Catania il riesame parziale del procedimento. I magistrati catanesi a gennaio 2016 hanno confermato la pena dell’ergastolo a Marturana. Parti civili in appello, oltre alle figlie rappresentate dall’avvocato Boris Pastorello anche la moglie di Anello (avv. Giuseppe Panepinto) e la sorella della vittima (avvocati Rosario Didato e Giuseppe Speranza).
Quindi l’ultimo atto con il ricorso in Cassazione dell’imputato e il verdetto odierno dei giudici: “fine pena mai”.
A novembre 2016 Marturana è stato nel frattempo raggiunto da un provvedimento di sequestro dei beni ordinato dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento, sulla scia di una vecchia inchiesta per usura.