Lo sciopero nazionale della chimica a Gela, dopo la chiusura della raffineria dell’Eni, ha un significato particolare per una città che si mobilita in difesa di 50 anni di industrializzazione. Sono a rischio centinaia di posti di lavoro nell’indotto del petrolchimico, che si avvia alla totale scomparsa nell’assenza di una firma di un accordo di programma per l’area. Continua la protesta, esplosa ieri, con i blocchi delle vie di accesso alla città ad opera di disoccupati, lavoratori delle cooperative e delle imprese appaltatrici. Oggi per la prima volta nella storia di Gela si fermeranno anche i pozzi petroliferi. I sindacati hanno scritto una lettera aperta al premier, Matteo Renzi, affermando che “questa è la vertenza di una intera città che non vuole morire”, e chiedono “risposte immediate su lavoro e sviluppo” con la firma dell’accordo di programma, tra Stato, Regione, Comune e forze sociali, che sbloccherebbe gli investimenti e la ripresa produttiva a Gela.
Ultime notizie:
-
Francesco Agati. Nuda Proprietà, conviene. Ecco perché | 30 Nov 2023
-
Caltanissetta. Aids, disabilità, diritti umani: venerdì in Cattedrale “Festa dell’inclusione e prossimità” di Casa Rosetta | 30 Nov 2023
-
Italia Nostra conferisce il “Premio Speciale ad un Cittadino” a Sebastiano Misuraca | 30 Nov 2023
-
Caltanissetta, sfruttamento del lavoro e caporalato: indagate sedici persone | 30 Nov 2023
-
Ragioni per usare e non usare i bonus di Slotspalace | 30 Nov 2023
-
Nuove competizioni introdotte nel Bankonbet casino nel 2023 | 30 Nov 2023