repubblica.it – Elezione presidente Ars, Miccichè eletto al terzo tentativo: “Due vole su questo scranno, grande emozione”
16 dicembre 2017
Alla terza votazione, e grazie al soccorso del centrodestra, da Sicilia futura ad alcuni deputati dem, il commissario di Forzia Gianfranco Miccichè è eletto presidente dell’Assemblea regionale siciliana. Dopo il mancato quorum nelle due votazioni di ieri, questa mattina bastava avere la maggioranza dei voti tra i presenti. Alla fine di voti, nonostante qualche franco tiratore nelle file della maggioranza, ne sono arrivati 39.
A nulla è servito il tentativo del Movimento 5 stelle di spaccare la maggioranza votando la deputata Udc Margherita La Rocca Ruvolo. Alla fine, in soccorso del centrodestra sono arrivati i due deputati di Sicilia futura Nicola D’Agostino e Edmondo Tamajo, ma anche alcuni deputati dem: il Pd aveva deciso di contarsi e votare Nelloi Pasquale, ma alla fine i voti per questo nome sono stati 7 su 11 deputati dem. L’ex assessore dem Antonello Cracolici è durissimo: “Mi pare evidente che ci siano stati quattro franchi tiratori nel mio gruppo, un soccorso inutile perché Miccichè avrebbe vinto lo stesso con 35 voti, compresi quelli di Sicilia futura. C’è un problema politico, è evidente”
Applauso liberatorio in aula. Miccichè prende la parola: “Sarò il presidente di tutta l’aula, certamente sarà mio compito favorire quale sarà il percorso e il programma che hanno portato alla vittoria di Nello Musumeci. Dobbiamo avere tutti l’intelligenza e la sensibilità di capire che non si può sbagliare più: se non riusciamo oggi a salvare la Sicilia non ci riuscirà più nessumo. I siciliani ci hanno mandato qui perchè vogliono vedere qualcosa di diverso da certa politica. Dobbiamo ridare valore alla politica attraverso la trasparenza e la fiducia nelle istituzioni. Non avevo alcun intervento per questa elezione, perché sono un po’ scaramantico. Non inseguirò la demagogia, certamente dovremo continuare ad eliminare gli sprechi, ma non lo farò danneggiando questa assemblea. Non credo che una buona amministrazione possa funzionare se chi ci lavora non è contento e soddisfatto. Sono assolutamente al taglio degli stipendi alti,
ma da tempo il mondo ha dichiarato fallito il marxismo: non tutti gli stipendi possono essere uguali, non tutto il lavoro è uguale. In questo parlamento ci sono molti ragazzi e giovani e sarò garante dei diritti della maggioranza e dell’opposizione, ma sarò garante della trasparenza: non ci sarà un solo atto di questo parlamento che non sarà condiviso e trasparente. Ho una speranza: che con il presidente Musumeci si possa raggiungere questo risultato”