•Con il 14,3% di inventrici, l’Italia si posiziona al 16° posto in Europa, leggermente al di sopra della media degli altri Paesi europei
•I dati forniti da EPO evidenziano differenze di genere nel campo dell’innovazione, con le donne che rappresentano solo il 13,2% degli inventori nelle domande di brevetto europeo.
•Le Università italiane e gli istituti di ricerca pubblica mostrano una quota maggiore di donne inventrici rispetto alla media europea (28%)
•La quota di donne inventrici straniere immigrate risulta più alta di quella delle nate in Italia
•La Sardegna è la prima regione per numero di donne inventrici in Italia, e la quinta in Europa
Una ricerca pubblicata oggi da European Patent Office (EPO) segnala come in Italia solo un inventore ogni sette (14,3% del totale nel periodo compreso tra il 2010 e il 2019) tra coloro che hanno richiesto un brevetto in Europa è di genere femminile. Con questa quota, l’Italia si posiziona sedicesima tra gli Stati membri EPO, leggermente al di sopra della media europea che è al 13,2%. All’interno del territorio italiano, si evidenziano grandi differenze per regione. La Sardegna, ad esempio, vanta un tasso di inventrici nelle domande di brevetto del 27,9% posizionandosi al primo posto nella classifica delle regioni italiane e al quinto posto in Europa. A Bolzano, questa quota scende al 4,3%. La ricerca, la prima di questo tipo ad essere pubblicata da EPO e basata sulla percentuale di inventrici il cui nome appare sui brevetti depositati presso EPO dal 1978 al 2019, è stata scritta a più mani da ricercatori EPO e da istituti accademici, incluso ICRIOS (Invernizzi Center for Research on Innovation Organization Strategy and Entrepreneurship) dell’Università Bocconi.
Lo studio di EPO ha l’obiettivo di fornire ai responsabili politici e al pubblico in generale approfondimenti ed evidenze sulla questione brevetti e genere in Europa, suddividendo le informazioni sui dati delle inventrici nei diversi Paesi, i diversi periodi temporali considerati, i settori tecnologici e i profili dei richiedenti brevetto.
Il Presidente di EPO, António Campinos, ha dichiarato: “Questo studio punta i riflettori sul contributo delle donne all’innovazione tecnologica e sulle lacune che devono essere colmate per realizzare il pieno potenziale delle inventrici in Europa. Sebbene negli ultimi decenni siano stati compiuti alcuni progressi, è necessario fare di più per rafforzare l’inclusività nel campo dei brevetti. La promozione delle donne nella scienza enell’innovazione rimane una sfida importante per l’Europa, e costituisce un fattore chiave per la nostra futura sostenibilità e competitività”.
La ricerca sottolinea che, mentre il tasso complessivo di inventrici in Italia e in Europa è in aumento negli ultimi decenni (dal solo 2% alla fine degli anni Settanta al 13,2% nel 2019) permane un forte divario di genere. Il tasso di inventrici in Europa è superiore a quello del Giappone (9,5%) ma inferiore a quello della Corea del Sud (28,3%), della Cina (26,8%) e degli Stati Uniti (15%).
Il rapporto evidenzia inoltre che le Università e gli Enti Pubblici di Ricerca hanno una quota significativamente maggiore di inventrici (19,4% nel 2010-19 in tutta Europa, 27,9% in Italia) rispetto a quelle delle imprese private (10% in Europa, 10,5% in Italia) o tra gli inventori indipendenti (9,3% in Europa, 11,6% in Italia).
Lo studio mostra inoltre che, in particolare in Italia, le Università svolgono un ruolo chiave nelle attività brevettuali da parte delle donne. Lo dimostra anche una quota del 50% di donne tra i dottorandi italiani in STEM (scienze, tecnologia, ingegneria, matematica), quota superiore a quella francese (47%) o tedesca (44%).
Inoltre, il rapporto rivela che è più probabile che le donne si trovino nei team di inventori che non tra gli inventori indipendenti, sebbene abbiano posizioni meno senior rispetto agli uomini presenti.
Grafico: Tasso di Inventori Donne (TID) dei Paesi EPO, 2010-2019. Fonte: EPO
Lo studio EPO rivela che la chimica si distingue come il settore tecnologico con la quota più alta di inventrici (22,4% nel 2010-19 in tutta Europa, 27,3% in Italia), mentre l’ingegneria meccanica (5,2% in tutta Europa e in Italia) ha la quota più bassa. Nel settore della chimica, le domande di brevetto nelle biotecnologie e nei prodotti farmaceutici hanno percentuali di oltre il 30% di donne tra gli inventori europei.
Questo studio fa parte dell’impegno generale di EPO a fornire dati e ricerca sull’innovazione in Europa. EPO pubblica anche il suo indice annuale dei brevetti, che mette in evidenza i Paesi, le regioni, le aziende e le industrie leader nelle domande di brevetto, oltre a numerosi rapporti e risorse del settore tecnologico. Per ulteriori informazioni sulle statistiche e sulla ricerca presso EPO, visita il sito web dell’EPO.
Eccezionali donne innovatrici all’European Inventor Award
Negli ultimi anni, molte inventrici eccezionali provenienti dall’Italia sono state nominate come finaliste dell’European Inventor Award, il premio annuale per l’innovazione di EPO. La biologa e oncologa molecolare Patrizia Paterlini-Bréchot è stata nominata per il premio nel 2019 nella categoria Ricerca per lo sviluppo di un metodo rapido e non invasivo per la diagnosi precoce del cancro.
Le scienziate italiane Virna Cerne e Ombretta Polenghi insieme al loro team della Dr. Schär sono state nominate per European Inventor Award 2016 nella categoria Industria per aver sviluppato un nuovo metodo per ricavare le proteine dal mais per creare alimenti senza glutine con il gusto e la consistenza di prodotti a base di grano.