Sentito quale teste in udienza è stato smascherato dall’imputato che ha riconosciuto la sua vera identità. Aveva assunto quella del fratello gemello per sottrarsi ad una misura di prevenzione irrogata dal Questore.
Nei giorni scorsi gli agenti della Polizia di Stato della Divisione Polizia Anticrimine, hanno eseguito un provvedimento emesso dal Tribunale per i minorenni di Caltanissetta, che disponeva l’accompagnamento coattivo di due fratelli gemelli, pregiudicati per svariati reati, citati in udienza quali teste in un procedimento penale promosso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni contro un altro soggetto imputato.
I poliziotti si presentavano presso l’abitazione dei due fratelli, identificando uno di essi, presentatosi quale Alessandro ed esibendo loro un valido documento d’identità. Su richiesta degli agenti Alessandro riferiva che il proprio fratello gemello Francesco non era in casa e che attualmente si trova all’estero per lavoro.
I poliziotti eseguivano quindi l’accompagnamento in udienza del solo Alessandro. Nel corso dell’udienza davanti al Giudice, l’imputato, conoscendo bene i due germani, nonostante la forte somiglianza, riconosceva però nel teste il fratello Francesco e non Alessandro, per come da questi dichiarato agli agenti.
Il teste a quel punto, vistosi scoperto, ammetteva le proprie responsabilità dichiarando di aver fornito false generalità agli agenti nell’ intento di sottrarsi ad un provvedimento sanzionatorio di cui all’art.75 del DPR 309/1990, irrogatogli nel maggio del 2015 dal Questore di Caltanissetta per la durata di anni uno.
Infatti, dagli atti d’ufficio, risulta che il Francesco in quella data era stato sottoposto alla misura di prevenzione irrogata a chi fa uso di stupefacenti e alcool con le prescrizioni del divieto: di frequentare sale gioco e agenzie di raccolta di scommesse, di condurre qualsiasi veicolo a motore e l’obbligo di rientrare presso la propria abitazione entro le 22.00 di ogni giorno e di non uscire prima delle 06.30.
Il giovane, dopo la sottoposizione, nel settembre del 2015, si era reso irreperibile, non facendosi più trovare ai controlli di polizia, interrompendo di fatto la misura di prevenzione.
Presso la Polizia scientifica, attraverso le impronte digitali, si identificava compiutamente l’indagato, denunciandolo alla Procura della Repubblica in stato di libertà per i reati di sostituzione di persona e falsa attestazione a pubblico ufficiale sulla propria identità personale.
Inoltre, presso gli uffici della Divisione Polizia Anticrimine, si procedeva a risottoporre lo stesso alla misura di prevenzione interrotta a settembre, alle cui prescrizioni il giovane dovrà sottostare fino al mese di dicembre prossimo venturo.