Il Csm ha sospeso dalle funzioni e dallo stipendio Silvana Saguto, l’ex presidente delle Misure di prevenzione del tribunale di Palermo, indagata per corruzione a Caltanissetta. Con questa decisione la Sezione disciplinare di Palazzo dei marescialli ha accolto la richiesta del ministro della Giustizia e del Pg della Cassazione. La decisione è stata notificata direttamente a Saguto, che oggi era stata convocata dalla prima Commissione di Palazzo dei Marescialli, che nei suoi confronti ha aperto la procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale. Procedura che ora probabilmente sarà congelata in attesa dell’esito definitivo del processo disciplinare.
La sospensione disposta dalla Sezione disciplinare – che venerdì scorso aveva ascoltato il magistrato e il suo difensore, Giulia Bongiorno – è un provvedimento cautelare, adottato in via d’urgenza prima della celebrazione del processo disciplinare e sulla base degli atti finora raccolti.
Saguto è accusata dalla Procura di Caltanissetta di aver favorito la nomina di alcuni professionisti ad amministratori giudiziari di patrimoni sequestrati alla mafia in cambio di incarichi di collaborazione per il marito e altri indebiti vantaggi. Nei casi di sospensione dalle funzioni e dallo stipendio, il Csm riconosce al magistrato un assegno di mantenimento pari ai 2/3 della precedente retribuzione.
Dalla «gravità» delle condotte contestate a Silvana Saguto, ex presidente delle Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, deriva «una perdita di prestigio irrimediabile». Lo scrive la sezione disciplinare del Csm, motivando la sospensione del magistrato dalle funzioni e dallo stipendio. Silvana Saguto, l’ex presidente delle Misure di prevenzione del tribunale di Palermo, ha compiuto un «abuso» delle sue funzioni «a profitto proprio e della propria famiglia». «E il danno è tanto maggiore», considerato che tutto ciò « si è verificato in un ufficio storicamente impegnato nella lotta alla criminalità organizzata e proprio per questa ragione considerato nel Paese un simbolo e un punto di riferimento della legalità». Lo scrive il Csm, motivando la sospensione del magistrato.