La Regione Siciliana agisce con estremo scrupolo nell’esclusivo obiettivo di fronteggiare la crescita dei contagi da Covid-19 e consentire a chi lo necessita di essere curato in maniera appropriata. Non c’è nessuna circolare “svuota ospedali”, come sostenuto da qualcuno, poiché le dimissioni dei pazienti dai reparti per essere curati a domicilio vengono effettuate secondo criteri definiti dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi regionali e riportati nel parere del Comitato Tecnico Scientifico regionale. Piuttosto la Regione sta adottando un criterio di precauzione nel riportare le disponibilità di posti letto ai parametri di marzo, non per sfuggire alle restrizioni imposte dai “colori” ma per fronteggiare le richieste di ricoveri, visti i comportamenti sociali poco attenti al rispetto delle regole di prevenzione e l’alto numero di turisti che affollano l’Isola. Lo precisa l’assessorato regionale alla Salute.
Il presidente dell’Ordine dei medici di Palermo, Toti Amato, commentando i dati epidemiologici per il Covid 19 dell’Isola che potrebbe tornare in zona gialla dalla prossima settimana, dichiara:” In Sicilia il problema è che si stanno chiudendo i reparti non Covid per riconvertirli in Covid. E’ questa è la vera preoccupazione. Le terapie intensive già sono piene e alcuni pronto soccorso sono in difficoltà. Tutto il quadro non lascia trasparire serenità. Abbiamo il timore concreto che le cure ordinarie, non Covid siano nuovamente marginalizzate e che aumentino le difficoltà dei malati. Recentemente c’è stata un’ordinanza della direzione generale dell’assessorato, molto criticata seppure se ne può comprendere la ragione, in cui si invitava a dimettere i pazienti quanto prima dagli ospedali. Anche per i soggetti con Covid l’indicazione era di mandarli presto a casa appena la saturazione arrivava ad un buon livello”. Amato ammette che in Sicilia, “ci stiamo trovando, di fronte a questa recrudescenza della pandemia, in estrema difficoltà. Per i pazienti acuti, al di là delle terapie intensive cardiologiche garantite, il problema esiste, si tocca con mano. Siamo davvero preoccupati”.