A Grotte aumentano i casi positivi al Coronavirus. In serata l’ASP ha comunicato 3 nuovi casi di positività. I casi ufficiali salgono a 34. Inoltre, il database ASP riporta altri 11 casi positivi non ancora notificati. Si registra il decesso di un uomo O.P. di 80 anni che si trovava ricoverato all’ospedale San Giovanni Di Dio di Agrigento. Il raccolto di un familiare: “Mio zio è entrato in ospedale solo per dei controlli. Entrando il tampone comunque è negativo al Covid, quindi viene ricoverato in Medicina. Dopo una settimana le cure fanno effetto e per il reparto può essere dimesso. Ci chiamano per andarlo a prendere. Con tutte le precauzioni del caso, imposteci all’ingresso dell’ospedale, io e Marisa, la figlia, andiamo con la mia macchina per prenderlo e riportarlo a casa. Lo vedo pochi istanti dall’uscio della porta della stanza di ospedale. E’ seduto. Sta mangiando. Mi sorride. Gli sorrido. Quindi, con Marisa, usciamo per parlare con i medici. Ci dicono che sarebbe comunque meglio fare una coronarografia, anche in seguito, giusto per non correre rischi. Chiediamo del perché farla in seguito, oramai è ricoverato, perché sottoporlo ad altri stress di uscita e poi di rientro? Alla fine conveniamo con i medici di Cardiologia che è meglio prolungare il ricovero e procedere. Torniamo a casa. Nemmeno un paio di ore dopo dall’ospedale chiamano mia cugina per comunicarle che suo padre, mio zio, era risultato positivo al tampone Covid. Cioè mentre noi parlavamo nella stanza e nella corsia del reparto di Medicina, mio zio, un paio di infermieri, non so se anche qualche medico, erano già affetti da Covid, ovviamente non ne sapevano nulla nemmeno loro. Il caso scoppia perché un dimesso dal reparto, in uscita era risultato positivo. Mia cugina e la sua famiglia a casa vengono messi in quarantena subito. Io mi ci metto da solo, il mio accostamento era stato davvero minimo, a distanza e per pochi minuti, quindi in accordo con le autorità, trascorso il giusto tempo faccio il tampone molecolare, a mie spese, che risulta negativo. Non oso pensare cosa sarebbe potuto succedere se avessi riportato mio zio (già positivo) a casa, per adesso basta e avanza pensare a cosa è successo a lui. Mio zio aveva 80 anni. Era andato in ospedale per guarire, per stare meglio, ne uscirà, nei prossimi giorni, morto. Aveva 80 anni, era improduttivo… E’ davvero difficile continuare a credere che questa nazione sia ancora una nazione civile. Per le vie legali ci sarà tempo. Adesso è il tempo del dolore.”
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