Il ministero della Salute ha dato il via alla terza dose di vaccino anti covid per tutti gli italiani con più di 60 anni e per tutti coloro che sono ritenuti “soggetti fragili” e a rischio secondo il protocollo del ministero. Come da deliberazione dell’autorità europea sui farmaci (EMA) la dose ulteriore di vaccino sarà somministrato sempre dopo almeno sei mesi dal completamento del ciclo primario di vaccinazione.
La circolare del ministero della Salute prende infatti atto della decisione di EMA (4 ottobre 2021) e della Commissione tecnico scientifica di AIFA che ha autorizzato la possibilità di somministrazione di una dose booster di vaccino a mRNA, a distanza di almeno 6 mesi dalla seconda dose (ovvero dal completamento del ciclo primario), indicandone l’utilizzo prioritariamente – oltre agli immunodepressi e immunocompromessi, over 80 anni e personale e ospiti dei presidi residenziali per anziani – anche per over 60 e persone con “elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti”.
Questa decisione, si spiega nella circolare del ministero, “è motivata dal fatto che esse sono caratterizzate da un aumentato rischio di sviluppare forme gravi di COVID-19. Sia le categorie incluse nella precedente circolare che quelle sopra menzionate sono quelle per le quali viene raccomandata anche la vaccinazione anti-influenzale.
- over 60
- immunodepressi e immunocompromessi, trapiantati e malati oncologici;
- personale e ospiti delle Rsa (409mila persone);
- soggetti fragili, ovvero con una patologia concomitante (diabete, cardiopatici, patologie respiratorie* ecc):
- malattie respiratorie (Fibrosi polmonare idiopatica; Malattie respiratorie che necessitino di ossigenoterapia);
- malattie cardiocircolatorie (Scompenso cardiaco in classe avanzata; Pazienti post-shock cardiogeno);
- malattie neurologiche (Sclerosi laterale amiotrofica e altre malattie del motoneurone; Sclerosi multipla;
- Distrofia muscolare;
- Paralisi cerebrali infantili;
- Miastenia gravis;
- Patologie neurologiche disimmuni;
- diabete e altre endocrinopatie severe (Diabete di tipo 1; Diabete di tipo 2 in terapia con almeno 2 farmaci per il diabete o con complicanze;
- Morbo di Addison;
- Panipopituitarismo;
- malattie epatiche (cirrosi epatica);
- malattie cerebrovascolari (Evento ischemico-emorragico cerebrale con compromissione dell’autonomia neurologica e cognitiva; Stroke nel 2020-21; Stroke antecedente al 2020 con ranking ≥ 3);
- Emoglobinopatie (Talassemia major; Anemia a cellule falciformi; Altre anemie gravi);
- Fibrosi cistica;
- Sindrome di Down;
- Grave obesità;
- Disabilità fisica, sensoriale, intellettiva e psichica (Disabili gravi ai sensi della legge 104/1992 art. 3 comma 3).
Ancora esclusi i medici e i sanitari in generale (salvo over 60 e operanti in Rsa) che invece avevano richiesto ormai da tempo di aver accesso alla terza dose. Per il personale sanitario occorrerà ancora attendere nonostante siano ormai passati dieci mesi dalla prima immunizzazione.
In Lombardia già da ieri viene offerta la terza dose anti covid e vaccino antinfluenzale in una unica somministrazione. I risultati preliminari del primo studio descrittivo di co-somministrazione del vaccino quadrivalente ad alto dosaggio di Sanofi Pasteur con la terza dose di vaccino Covid-19 mRNA mostrano che la somministrazione contemporanea dei due vaccini è risultata sicura, ben tollerata e con una adeguata risposta anticorpale pari a ciascun vaccino somministrato singolarmente.
La terza dose agli over 60, ma in 8 milioni ancora senza vaccino
Mentre ci si appresta quindi alla terza dose risulta come in Italia ci siano ancora 8,4 milioni di over-12 che non hanno fatto neppure il primo vaccino. In particolare, per le categorie a maggiore rischio di malattia severa, sono ancora 3,4 milioni (12,3%) gli over 50 che non hanno completato il ciclo vaccinale di cui 2,59 milioni non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, con rilevanti differenze regionali (dal 15,1% della Calabria al 5,6% della Sicilia.
“Adesso tutta l’Italia è in zona bianca, abbiamo fatto un altro passo in avanti” ma “nessuno nel mondo dice che ne siamo fuori, la lotta al virus è ancora una partita aperta e delicata”. Lo afferma il ministro della Salute Roberto Speranza