(AGI) – Trapani, 5 feb- – Il sindaco di Calatafimi – Segesta (Trapani), Nicolo’ Ferra, 57 anni, e’ stato arrestato dalla Squadra mobile di Trapani assieme agli imprenditori palermitani Ettore e Enrico Crisafulli, padre e figlo di 69 e 34 anni, per corruzione, falsita’ ideologica e turbativa d’asta. Eletto il 6 maggio 2012 in una lista civica di ispirazione di centro cattolico, Ferrara era anche presidente del Consorzio Trapanese "Legalita’ e sviluppo", e in questa veste aveva tenuto nello scorso dicembre un seminario presso la prefettura di Trapani sulla normativa anticorruzione. I due Crisafulli rispondono solo di intestazione fittizia di beni finalizzata ad eludere l’applicazione di eventuali misure di prevenzione patrimoniali. Ettore Crisafulli, che ha precedenti per associazione mafiosa, bancarotta e truffa ai danni di enti pubblici, in passato e’ stato sottoposto a programma speciale di protezione perche’ era stato testimone nell’ambito di procedimenti penali legati alle vicende di Angelo Siino, noto come il ‘ministro dei lavori pubblici’ di Toto’ Riina. I Crisafulli sono pure indagati per violazioni penali in materia di subappalto e di assunzione di "lavoratori a distacco". Nel corso dell’operazione sono state effettuate 11 perquisizioni domiciliari e personali a Calatafimi-Segesta, Palermo, Roma e Salaparuta a carico dei tre arrestati e di altri 8 indagati in stato di liberta’. Le indagini hanno tratto spunto dalla denuncia presentata da un dipendente dalla Simaco srl, un’impresa edile gestita dai Crisafulli e appaltatrice dei lavori di urbanizzazione primaria della zona artigiana di contrada Sasi a Calatafimi – Segesta, in merito a presunte pressioni patite circa l’assunzione di lavoratori da parte di tecnici incaricati dal Comune. Gli investigatori avevano puntato l’attenzione sulla dismissione, mediante asta pubblica, indetta dal Comune di Calatafimi Segesta di alcuni autocompattatori utilizzati per la raccolta di rifiuti nel territorio comunale. Il sindaco, secondo l’accusa, aveva incassato 3.000 euro dall’imprenditore Francesco Fontana, di Calatafimi, per assicurargli l’aggiudicazione della gara. Di qui l’accusa di corruzione, mentre quella di falsita’ ideologica si deve a un provvedimento a sua firma, con cui invitava il responsabile del settore Finanziario a sospendere l’asta pubblica, perche’ l’amministrazione stava valutando la possibilita’ di ripristino dei mezzi oggetto della gara. Un modo per guadagnare tempo, secondo l’accusa, e trovare un modo di favorire Fontana con una turbativa d’asta. Interrogato dagli inquirenti, Fontana ha ammesso di aver pagato la tangente al sindaco. Ferrara e’ indagato a piede libero ed in concorso con altri, per il reato di abuso d’ufficio continuato per la nomina a responsabile dell’Ufficio Tecnico di Calatafimi Segesta di un soggetto privo di laurea e gia’ in servizio presso il Comune di Salaparuta, per una delibera sindacale inerente alla convenzione tra il Comune da lui amministrato e quello di Salaparuta che prevedeva una retribuzione di 16.000 euro annui per lo stesso funzionario e per l’approvazione di diverse determine sindacali che avevano garantito allo stesso dipendente un ingiusto vantaggio patrimoniale. (AGI) .
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