ANSA La Guardia di Finanza sta eseguendo cinque misure di custodia cautelare emesse dal gip di Palermo nei confronti di altrettanti soggetti accusati di compravendita di voti nelle elezioni del 2012 per il rinnovo del Consiglio comunale di Palermo e dell’Assemblea regionale siciliana. Nei confronti degli indagati sono stati disposti gli arresti domiciliari. I cinque sono accusati, a vario titolo, di aver promesso o ricevuto denaro e altre utilità in cambio di voti, per sé o per altri, nelle elezioni comunali e regionali del 2012. Tra i cinque destinatari delle misure cautelari anche due consiglieri dell’ Assemblea regionale siciliana tuttora in carica e un ex deputato regionale. Si tratta di Nino Dina, dell’Udc, presidente della Commissione Bilancio dell’Assemblea regionale, Roberto Clemente, eletto nelle liste del Pid (Popolari di Italia Domani), e dell’ ex deputato, già indagato per intestazione fittizia di beni, Franco Mineo, oltre a Giuseppe Bevilacqua, del Pid, aspirante consigliere comunale, mai eletto. Tra gli indagati c’è anche un finanziere accusato di corruzione, mentre i politici rispondono di voto di scambio. Per tutti il gip di Palermo ha disposto gli arresti domiciliari. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi e nasce da una indagine di mafia. In cambio dei voti gli indagati avrebbero promesso posti di lavoro e denaro. L’inchiesta nasce da una indagine di mafia condotta dalla Guardia di finanza che, attraverso una serie di intercettazioni, ha accertato che alcuni candidati alle elezioni del 2012 offrivano denaro e posti di lavoro in cambi di voti. L’intercettazione, che ha dato l’input all’operazione di oggi, riguarda Giuseppe Bevilacqua, candidato nel 2012 alle comunali, risultato poi il primo dei non eletti. Sarebbe stato lui ad avere rapporti con la mafia. I finanzieri hanno registrato diverse sue conversazioni con i boss di San Lorenzo e Tommaso Natale, Calogero di Stefano e Giuseppe Antonio Enea. Nei dialoghi si parla espressamente di scambio di voti. Nell’indagine è coinvolto anche un finanziere accusato di corruzione che si chiama Leonardo Gambino.
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