A Canicattì c’è il dramma della tossicodipendenza dietro la rapina commessa sabato pomeriggio verso le 17.30 in una tabaccheria di via Pirandello. Un 33enne con il volto coperto e armato di una spranga di ferro ha fatto irruzione all’interno dell’attività. Dopo essersi impossessato di alcuni gratta e vinci, è fuggito a piedi tra la gente, smarrendo per strada parte del bottino. Mezz’ora dopo, mentre le forze dell’ordine erano già sulle tracce del rapinatore, in caserma è arrivata una telefonata da parte di un uomo disperato, lo stesso che pochi giorni prima aveva raccontato ai militari il dramma vissuto dalla sua famiglia a causa della tossicodipendenza del fratello. Aveva letto sul giornale che i carabinieri stavano stringendo il cerchio intorno ad alcune persone sospettate di commettere piccole estorsioni ai commercianti, pensava che il fratello fosse uno di questi e che potesse fare qualsiasi cosa pur di mettere insieme i soldi necessari per comprare la droga.
Aveva chiesto aiuto e i carabinieri lo avevano confortato e rassicurato. Sabato pomeriggio il dramma è giunto alla conclusione. “Sappiamo che nostro fratello ha fatto una cosa che non avrebbe dovuto fare…”, ha detto. Poche parole, le lacrime e poi in Caserma, dove l’indagato ammetteva davanti ai carabinieri le proprie responsabilità. L’uomo è stato denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Agrigento e, mentre si attendono le determinazioni dell’autorità giudiziaria, familiari e carabinieri, insieme, hanno avviato per lui il percorso necessario al tentativo di recupero dalla tossicodipendenza.