Di Danila Bonsangue.
Il G.U.P. di Agrigento, dr. Giuseppe Maria Miceli – dopo avere emesso, ieri, il Decreto di rinvio a giudizio per La Lomia Luigi avanti la Corte di Assise di Agrigento (I Sezione – udienza 10.6.2022) – ha oggi rigettato la richiesta di sostituzione della misura cautelare avanzata dal difensore del La Lomia. Luigi Lalomia, 75 anni è accusato di avere ucciso Mario Vincenzo Lauricella, meccanico sessantenne di Canicattì e di aver tentato di uccidere la futura nuora.
L’avvocato Salvatore Amato precisa: “ Le motivazioni del rigetto afferiscono sostanzialmente al mancato mutamento del grave quadro cautelare che, secondo quanto esposto dal G.U.P., è anzi stato stabilizzato dalla emissione del Decreto che dispone il Giudizio e alla permanenza di esigenze cautelari eccezionali, connesse più al pericolo di reiterazione del reato micidiario nei confronti della povera Clara LAURICELLA (vittima del tentato omicidio) che ricordo essersi salvata da morte certa solo grazie al gesto eroico del padre, che la spostava dalla folle traiettoria del veicolo del LALOMIA, non riuscendo però a salvare sé stesso. Non sono comunque state ritenute sussistenti questioni di concreta incompatibilità carceraria e, al contrario, è stato ancora evidenziato dal G.U.P. come fosse anzi stata richiesta l’applicazione degli arresti domiciliari in un luogo vicinissimo a quello in cui la LAURICELLA Clara svolge la propria attività professionale, con ‘buona pace’ della salvaguardia di ogni esigenza di cautela nei confronti della medesima. All’udienza di ieri, le persone offese e danneggiate e cioè la moglie e i figli del defunto LAURICELLA Mario Vincenzo, (Ficili Angela, Lauricella Clara e Lauricella Filippo) – si sono costituite Parte Civile contro il LA LOMIA Luigi: in realtà, LAURICELLA Clara è costituita anche con specifico riferimento al tentato omicidio di cui è diretta vittima.”
Inoltre, già il 29.4.2022, il loro difensore l’avv. Salvatore Amato, depositava al G.U.P. una memoria difensiva esprimendo parere negativo sulla sostituzione della misura, vertendo in una specifica ipotesi di “reati commessi con violenza alla persona” per i quali solo è consentito alle persone offese di esprimersi sulla richiesta di sostituzione misura.
La prima udienza del processo si celebrerà il prossimo 10 giugno davanti i giudici della prima sezione della Corte di Assise di Agrigento presieduta dal giudice Alfonso Malato. Le accuse nei confronti di La Lomia, difeso dall’avvocato Calogero Meli, sono omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, tentato omicidio e minacce.
Alla base della drammatica vicenda, secondo quanto ipotizzato adesso dall’accusa, un matrimonio programmato e mai digerito tra il figlio di La Lomia e la figlia della vittima. Il 30 maggio 2021, a margine dell’ennesima violenta discussione, la situazione degenerò: La Lomia prima prese a bastonate il consuocero e, dopo essere salito a bordo del suo Fiat Doblò, lo investì schiacciandolo contro il muro del magazzino. Mario Vincenzo Lauricella in quell’occasione, prima di essere travolto dal mezzo pesante, riuscì a salvare la figlia Clara spingendola fuori dalla traiettoria del veicolo. Il meccanico morì all’ospedale di Messina dopo un mese di agonia. La vicenda, come ricostruito nel provvedimento, parte da lontano e precisamente dal giorno in cui si è programmato il matrimonio tra il figlio dell’indagato e la figlia della vittima. Da quel momento è cominciato un vero incubo per la famiglia con minacce e insulti sempre più frequenti e che hanno trovato l’incredibile epilogo lo scorso 30 maggio. La Lomia fu arrestato qualche giorno più tardi dai poliziotti del commissariato di Canicattì agli ordini del dirigente Francesco Sammartino.