Approvata ieri sera, in Consiglio Comunale, la proposta di Deliberazione consiliare che istituisce il “Premio Avv. Vincenzo Macaluso”. L’atto scaturisce da una iniziativa del presidente della IV commissione consiliare, Domenico Licata. Lo speciale riconoscimento, secondo quanto previsto dal regolamento approvato, sarà assegnato annualmente dal Consiglio Comunale, indicativamente nel periodo compreso tra novembre e dicembre con apposita cerimonia aperta al pubblico, a quei cittadini, enti, associazioni, aziende che si saranno particolarmente distinti nei rispettivi ambiti di attività e che abbiano contribuito a valorizzare la comunità canicattinese. La proposta che individua gli assegnatari del premio, per ogni anno di riferimento, dovrà essere depositata dal 1 al 30 settembre all’ufficio di del C.C. dal consigliere comunale sottoscrittore. Il premio, che consiste in una targa o altro manufatto anche di tipo artistico, che richiami il territorio o il patrimonio artistico della Città, sarà consegnato dal Presidente del C.S. o, in sua assenza, dal vice Presidente Vicario.
L’avvocato Macaluso, cui è intitolato il premio, è stato tra gli uomini che hanno dato lustro alla Città di Canicattì nell’800. Giurista, giornalista, politico, patriota risorgimentale si è distinto anche in ambito territoriale quando, durante il mandato di consigliere comunale, si fece promotore del progetto di costruzione di un molino a vapore che fu il primo in Italia e in Europa e sorse nell’area dove adesso è ubicata la Scuola Media Verga. Macaluso, si battè fortemente per una gestione pubblica del molino allo scopo di favorire i contadini che erano costretti a pagare ai molini baronali le onerose tasse di molenda.
Macaluso, dall’animo rivoluzionario, si impegnò nella lotta alla mafia e al brigantaggio. Memorabili e sibilline risulta, col senno del poi, un suo intervento nel quale ebbe a dire: "La provincia più desolata in tutta Italia è quella di Girgenti: perché è l'unica provincia ove si sono perpetrati assassini su esemplari sindaci, zelanti magistrati, coraggiosi avvocati; assassini di cui mai la giustizia è arrivata a processare gli autori, nel mentre il popolo designa le persone e racconta tutti i particolari delle terribili tragedie!” Morì a Roma il 27 dicembre 1892 e fu sepolto nell'Ossario della Cappella del Sangue Sparso in Campo Verano.
La notizia della sua scomparsa fu data a Canicattì dal sindaco Vincenzo Falcone, il 2 gennaio 1893, durante una seduta del Consiglio Comunale: “Con la morte di Vincenzo Macaluso la famiglia ha perduto un fratello, la nostra Città uno strenuo difensore del proprio diritto, la Patria un figlio devoto che tutto sacrificò per essa”. (Giornale di Sicilia, Palermo 3 gennaio 1893).
Dopo vari tentativi, puntualmente boicottati dai nemici di Macaluso, nel 1910 finalmente gli venne intitolata una piazza, dove attualmente sorge il Calvario.
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