La buona azione amministrativa, per essere tale dovrebbe muoversi nel solco dei principi di
efficienza, efficacia ed economicità.
Siamo certi che, in riferimento alla scelta delle modalità di stabilizzazione dei precari,
l’Amministrazione comunale di Caltanissetta si stia muovendo attenendosi ai principi sopra citati?
Soprassedendo sull’ipotesi di una stabilizzazione senza selezione che è pure contemplata dalla
legge, che richiederebbe un coraggio ed insieme una sicurezza che non caratterizzano certamente
questa Amministrazione comunale, qualora si optasse, come si sta facendo, per la selezione del
personale, la stessa normativa di riferimento non imporrebbe alcun obbligo di concorso per esami,
lasciando intendere quindi che quest’ultima potrebbe essere effettuata anche per soli titoli.
Ciò sarebbe in linea, per altro, con quella che è la ratio della legge Madia, consistente nella
valorizzazione della professionalità acquisita negli anni dal personale precario, ribadita in seguito
dalla circolare n. 3 del 2017 e dalla n. 3 del 2018 del Ministro per la Semplificazione e la Pubblica
Amministrazione.
Se si seguisse tale ragionamento giuridico, non a caso fatto proprio dalla stragrande maggioranza
dei Comuni che hanno proceduto alla stabilizzazione dei precari, allora la scelta
dell’Amministrazione comunale di predisporre un concorso per esami, anziché per soli titoli,
andrebbe a violare i principi cardine della Pubblica Amministrazione ed, in particolare, quello
dell’economicità, nella consapevolezza che un concorso per esami ha un costo di gran lunga
superiore rispetto a quello per soli titoli.
Al di là, comunque, delle eventuali responsabilità per danno erariale che caratterizzerebbero la
scelta di un ingiustificato concorso per esami, questo risulterebbe anche assolutamente inopportuno
dal punto di vista politico.
Il concorso per esami volto alla stabilizzazione, in effetti, verrebbe espletato in piena campagna
elettorale.
La discrezionalità insita nella valutazione delle prove, del tutto assente invece nel caso la selezione
si effettuasse per soli titoli, sarebbe oggetto di strumentalizzazioni negative.
Anche se infondatamente, la strana coincidenza temporale del concorso con la ricerca del voto
presterebbe il fianco a facili insinuazioni a sfondo clientelare che avvelenerebbero il clima già
rovente della campagna elettorale.
L’Amministrazione comunale, pertanto, valuti l’opportunità di rinviare le operazioni di selezione
affinchè possa essere la prossima Amministrazione comunale a decidere, intanto se confermare le
modalità di selezione già indicate – a nostro modesto parere dispendiose ed inutili – e a procedere al
concorso – auspicabilmente per soli titoli – espletandolo certamente in un clima più sereno, esente da
polemiche elettorali e, quindi, più consono al rigore che richiede una selezione pubblica.
Salvatore Licata, Linda Talluto, Oriana Mannella, Angelo Failla
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