Di Danila Bonsangue.
Un nisseno adirato racconta quanto gli è accaduto questa mattina all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. Riporto le sue parole:” Mi è salita la febbre a 39 e ho accusato forti dolori alle ossa e ai muscoli, questa mattina a casa ho fatto un tampone acquistato in farmacia e sono risultato positivo al COVID. Prendo l’auto e vado in ospedale per accertare la positività, qui passo ore con la febbre alta a discutere con il personale. Perché? Mi dicono: faccia il nome del positivo con cui è stato a contatto o deve pagare il tampone! Sicuramente sarò stato a contatto con un positivo per aver contratto il covid ma come faccio a sapere il nome? Dico, va bene pago, ma prima fate il tampone, loro rispondono: No prima deve andare a pagare. Ma vi rendete conto? Devo girare ospedale..ospedale, positivo per andare a pagare e contagiare chi incontro ma da domani se dovessi uscire da casa verrei denunciato. Dopo varie discussioni sono andato a pagare 15 euro per il tampone rapido, 30 euro era il molecolare. Ho fatto il tampone e sono positivo. Ho girato per l’ospedale con la febbre alta e a difficoltà mi reggevo in piedi. E se per la fretta di uscire da casa avessi dimenticato il portafogli e non avevo soldi dietro? Non mi facevano il tampone perché non SO il nome del positivo che mi ha contagiato. È sanità questa o caccia alle Streghe? “