La sindacatura di Giovanni Ruvolo volge al termine. L’attuale sindaco dell’annunciata, e totalmente
disattesa, “primavera” di Caltanissetta non è l’unico responsabile della confusionaria e sgangherata
situazione politica odierna. Tra partiti, movimenti, consiglio comunale e assessori in carica o defenestrati,
bisogna stare – e a lungo rimanere – con le lanterne accese, anche di giorno, per trovare qualcuno che non sia
in qualche modo responsabile dell’attuale situazione. Ciò riguarda anche chi ha amministrato la città prima
dell’avvento al potere del ruvolismo. Tutti i nisseni, infatti, ricorderanno come si era conclusa la sindacatura
precedente ovvero con la mancata ricandidatura del sindaco uscente per dichiarata implosione di un certo
modello politico abbandonato persino dai suoi principali fautori.
All’indomani della stagione dei tecnici al potere seguita dagli ideologi dell’inconsistente e tradita
partecipazione, la comunità nissena dovrebbe riflettere su alcune questioni al fine di evitare errori già
compiuti. Ogni azione politico-amministrativa nel nostro territorio deve fare i conti con una forte crisi
sociale, economica e culturale, dunque politica, che renderà ancora più marginale la nostra città. Ciò avverrà
al di là e al di sopra di chi amministri nei prossimi decenni. Tale consapevolezza non deve scoraggiarci in
quanto cittadini ma aprirci al limite intrinseco di ogni proposta di sviluppo per Caltanissetta. Dai futuri
amministratori potrà essere fatto tanto, ma non si riuscirà a cambiare un indirizzo che, ormai, sembra
definitivo. Apparteniamo ad una regione periferica dell’Europa e, siamo, il contesto più periferico di questa
periferia. Dunque, nessun profeta di “primavere” ideologiche o tecniche dovrà sorgere nell’imminente
campagna elettorale, semmai siamo chiamati a generare, in quanto comunità, una classe politica competente
che nei prossimi decenni sarà impegnata a resistere alla crisi globale in atto e, ove possibile, a evitare
un’ulteriore perifericità del nostro territorio. Una nuova classe politica può generarsi tramite un processo
culturale, e poi finalmente politico, che possa incidere nel nostro territorio. Un processo interpretato da
uomini e donne tanto competenti quanto coraggiosi e visionari. All’analisi sociologica e culturale che attesta
la crisi in atto deve subentrare una proposta politica in grado di rappresentare il disagio e di arrestarlo o
superarlo anche solo in parte. Una proposta nuova per temi, programmi, linguaggio e, ove possibile, volti.
Una nuova classe politica sarà destinata a operare a partire dal cuore della nostra città cioè dal
Consiglio comunale. Le ultime sindacature ci hanno mostrato la necessità di un vero rilancio della dignità e
del ruolo di quest’importante organo istituzionale. Difatti, è da auspicare che il Consiglio comunale torni a
fare politica tramite la costruzione della rete di rappresentanza della città e dei cittadini. Bisognerebbe
discutere di una riforma del Consiglio comunale legata ad una maggiore istituzionalizzazione delle istanze
dal basso, come i comitati di quartiere e le consulte, le quali devono entrare in sinergia con i consiglieri
comunali e non più in sterile opposizione dovuta allo scambio delle identità e a miserabili protagonismi di
parte. Un’operazione del genere potrebbe risultare una risposta locale alla crisi in atto del modello
democratico occidentale. Risposta che se da un lato puntella le istituzioni che abbiamo dall’altro ci allontana
dai falsi miti della partecipazione politica della cittadinanza di ruvoliana memoria.
Ogni campagna elettorale ha una storia singolare caratterizzata da passioni, idee, progetti e
protagonismi. Sarà così anche per le prossime comunali a Caltanissetta. Si avanzeranno metodi, alleanze e si
motiveranno le singole coscienze in vista della crescita della città. In quanto comunità, rispetto ai recenti
appuntamenti elettorali per le amministrative, non possiamo più ripetere gli errori del passato generati da
narrazioni poi rivelatesi inconcludenti e persino dannose. Caltanissetta ha bisogno di uomini e donne
competenti, di un progetto politico chiaro e realizzabile, ma soprattutto di una nuova classe politica in grado
di superare definitivamente il recente, e fallimentare, passato politico.
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