Nella relazione di metà mandato – riassuntiva di ben tre relazioni annuali omesse – l’amministrazione Gambino manifesta la sua vera natura antipartecipativa e, in una parola, il fallimento grillino.
Su 71 pagine MAI si fa riferimento al regolamento della partecipazione civica come strumento di educazione alla cittadinanza attiva, MAI si fa riferimento al bilancio partecipativo come strumento di coprogettazione, MAI si fa riferimento al coinvolgimento dal basso per la condivisione di politiche di sviluppo.
Eppure un Regolamento è stato approvato dal C.C. (luglio 2020), ma dopo un’assemblea pubblica voluta dagli “Stati generali delle associazioni” (13 ottobre 2020), una falsa partenza delle Consulte, un documento sulle criticità condiviso dalle associazioni (inviato per PEC ad assessori e presidenti di commissione, rispondendo ad una generica richiesta di “compitini per casa” dell’Assessora delegata alla Partecipazione, e su cui MAI nessun consigliere o assessore di maggioranza ha avviato incontri di sintesi) si registra ancora un nulla di fatto.
Perché? Perché la forza dei numeri ha fatto propendere per la strada più semplice, ossia decidere da soli. Decidere su tutto: dalla cultura alla viabilità, dalle scelte economiche a quelle sociali. Il mito dell’uno vale uno si è trasformato, nell’applicazione concreta del governo locale, nella prassi delle decisioni dell’Uno e talora persino dello scontro – o dell’attacco scomposto – contro chi abbia osato far presenti posizioni diverse. Pertanto in vari cassetti, da quello del Presidente del Consiglio sino a quello dell’Assessore al ramo, da quello del Presidente della I Commissione sino a quello del Dirigente, giacciono proposte migliorative che, comunque, le associazioni avrebbero voluto dibattere se gliene fosse stata data l’opportunità. Ma dibattere implica un confronto tra posizioni sostenute alla luce di visioni sociali che democraticamente si incontrano, si riconoscono, si armonizzano. Il confronto pubblico, viceversa, sembra non essere una strada privilegiata da questa amministrazione che, tra l’altro, ha scambiato lo stesso Bilancio partecipativo in una modalità per erogare contributi a progetti associativi piuttosto che supportare la condivisione di percorsi collettivi. La inesistente propulsione verso questo genere di partecipazione lo dimostra lo scarso numero dei partecipanti alle fasi di proposta delle aree tematiche, ancora una volta nel numero di una ventina di partecipanti (ossia persino meno di quanti non siano Consiglieri, assessori, sindaco messi insieme).
Tra le tante accuse mosse dai consiglieri d’opposizione nei due Consigli dedicati alla Relazione, dall’inconsistenza di questi tre anni, alla scarsa trasparenza di molti atti, all’assenza nel tracciare un chiaro orizzonte in una città in lenta agonia, alla impalpabilità di una vera azione politica da parte di sindaco e assessori, nessuno ha messo il dito nella VERA piaga di questa amministrazione: l’avere deluso le aspettative di quanti pensavano che, al netto delle difficili scelte e degli intoppi burocratici che si trova ad affrontare qualunque ente locale, questo modello “civico” portasse una ventata nuova nei rapporti tra Palazzo e cittadinanza. In tanti pensavano che le dinamiche movimentiste del gruppo politico più votato d’Italia potessero prendere il sopravvento nella vita cittadina, alimentando l’attivismo e la consapevolezza dei cittadini responsabili. Viceversa l’esclusione ha vinto sull’inclusione, persino dei dibattiti interni al locale gruppo M5S non si è vista traccia, e il più importante obiettivo su cui riferire nella relazione non viene citato NEANCHE una volta.
È proprio vero: perché nulla cambi, tutto deve cambiare. Ma questo falso cambiamento si rivelerà un boomerang per chi lo ha così malamente gestito e un’ ulteriore perdita di tempo e di occasioni possibili per la cittadinanza, che d’ora in avanti sarà sempre più difficile da motivare e coinvolgere, visti i risultati, o che si rifugerà nella politica “tradizionale” come vediamo accadere in altri contesti. Un’altra occasione persa.
Marina Castiglione
