Nota stampa del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle di Caltanissetta:
Nauseati da dichiarazioni atte solamente a conquistare il favore dei cittadini ed apparire vittima, desideriamo informare i cittadini di quanto accaduto ieri.
Si è riunito alle ore 11:30 l’Ufficio Elettorale Centrale per valutare l’istanza presentata da Giuseppe Di Francesco che, eletto consigliere comunale nella lista del MoVimento 5 Stelle, dopo avere ricoperto il suo legittimo ruolo per circa un anno, nel luglio 2020 è stato sostituito da Annalisa Petitto della lista PD.
Andiamo con ordine e cerchiamo di spiegare i fatti nel modo più chiaro possibile, partendo dall’art. 4 della Legge Regionale n. 35 del 15/09/1997, che, al comma 6, prevede l’assegnazione al Sindaco eletto del c.d. premio di maggioranza, al fine di assicurare, comunque, il 60% dei seggi del Consiglio.
Nel marzo 2020, con una norma regionale palesemente incostituzionale, interpretativa del citato art. 4 L. R. 35/1997, inserita in fretta e, pare, col favore della notte, nell’ambito della L. R. n. 6 del 03.03.2020, veniva stabilito che il quoziente decimale inferiore a 50 centesimi si arrotondasse all’unità inferiore.
Detta norma, sotto le finte vesti dell’interpretazione autentica, ha attuato un vero e proprio scippo e per di più con effetti retroattivi, determinando la riduzione del premio di maggioranza al di sotto del 60% dei seggi e, nel caso di Caltanissetta, i 15 consiglieri della lista collegata al candidato eletto sono scesi a 14.
La retroattività della norma contenuta nella legge regionale 6/2020 viola il principio della certezza del diritto in materia elettorale e lede le
legittime aspettative dei candidati alle elezioni, e, in ultima analisi, degli stessi elettori.
Per tali motivi, la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 61 del 25.01.2022, l’ha dichiarata incostituzionale facendo ritornare a 15 il numero dei seggi relativi al premio di maggioranza.
Finalmente il Giudice delle Leggi ha riportato chiarezza e spazzato via l’artificiosa interpretazione della norma siciliana, nel pieno rispetto della volontà degli elettori manifestata col voto.
Legittimamente, pertanto, il quindicesimo consigliere della lista collegata al sindaco proclamato eletto ha fatto richiesta all’ufficio elettorale centrale di essere proclamato consigliere comunale in luogo di Annalisa Petitto che, nel 2020, ne aveva preso il posto.
Quest’ultima si atteggia a vittima, pur essendo perfettamente consapevole di ricoprire il ruolo di consigliere comunale sulla base di una norma dichiarata illegittima per contrasto alla Costituzione.
Non c’è nulla di cui gioire o andare fieri quando vengono calpestate le leggi e lese le aspettative degli elettori.
Avesse almeno la compiacenza di stare in silenzio ed attendere la conclusione di questa brutta storia, ossia la pronuncia del Tar Sicilia (al quale necessariamente si dovrà ricorrere a seguito del rigetto dell’istanza da parte dell’ufficio Elettorale Centrale).
Più assente che presente in Comune fin dal primo giorno (praticamente per il 100% alle sedute delle Commissioni), il Consigliere Petitto non ha mai mostrato spirito collaborativo o propositivo, pur essendo bravissima a gridare, denunciare e denigrare l’attuale amministrazione.
Utilizzi le sue capacità, la sua intelligenza e la sua preparazione per svolgere appieno il ruolo di consigliere con valide iniziative concrete, che vedrebbero certamente il favore degli altri consiglieri.
Non si può continuamente alzare polveroni e gridare vergogna per poi non impegnarsi portando davvero avanti il proprio ruolo di consigliere comunale, con tutte le potenzialità e le prerogative che sono proprie della funzione.
Non è nostro costume fare dichiarazioni con contenuti poco edificanti per le persone menzionate, ma la misura è davvero colma ed è ora di dire ai cittadini che mentre c’è chi si impegna costantemente per il proprio territorio esaminando le proposte di delibera, assumendosi responsabilità e consentendo all’Ente comunale di garantire i servizi ai cittadini, c’è chi ha a cuore soltanto le proprie ambizioni politiche, facendo soltanto campagna elettorale.