“Carissimi fratelli, figli nella fede in Gesù Cristo Risorto, pace a voi e alle vostre famiglie. Stiamo vivendo un sogno! Qualcosa che nessuno di noi avrebbe mai immaginato. Ogni mattina, dopo una notte da incubi, ecco la realtà. Siamo entrati in guerra contro un amico invisibile, che sta uccidendo il nostro passato, le nostre sicurezze. Ci fa paura, ci rende incapaci di lottare. Ci sentiamo smarriti, inquieti, frantumati, impauriti. Abbiamo paura dell’altro, eppure dietro la mascherina si celano occhi che ci scrutano. Un virus microscopico, il CoVid-19, sta mettendo in ginocchio il mondo, ha introdotto una precarietà nel vivere, ha fatto uscire le nostre paure. Sta distruggendo il futuro di tante nostre famiglie, i nostri affetti, le passioni, i sentimenti. Ci impedisce di abbracciare l’altro, di stare vicino ai nostri ammalati, di tenere un metro di distanza perfino dai nostri familiari, ci ha resi più poveri. Noi che ci trovavamo con le agende e i progetti pieni (a volte onnipotenti) ci stiamo ritrovando spiazzati e sfiduciati. Non possiamo uscire, godere del sole della primavera, delle corse, delle passeggiate. Quindi non è Pasqua e vi prenderei in giro se vi augurassi: «Buona Pasqua»! Una Messa senza popolo proprio nella celebrazione del Triduo Pasquale ci fa sentire soli. Mi sento come Gesù nell’orto del Getsemani che piange e suda sangue, abbandonato dagli altri discepoli.
Tuttavia, carissimi amici, la disperazione è per coloro che non credono all’amore che è più forte della morte. L’amore del Cristo che rompe i vincoli del sepolcro e risorge per ridonare la vita ai nostri cuori. L’amore, nessun virus, può distruggerlo. È concreto, è incarnato, si è fatto Uomo: è Cristo Gesù. Ci ha insegnato a lottare, piangere, guarire, vivere nell’unità e nella fraternità. È rimasto con noi nell’Eucarestia, lavando i piedi ai suoi discepoli, facendosi pane di salvezza. «Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi» (Gv 15,9). Come a Marta, ha detto anche a noi: «Io sono la Resurrezione e la vita. Chi crede in me, non morirà in eterno» (Gv 11,1). Ognuno di noi con il cuore spezzato, con l’aiuto dello Spirito Santo potrebbe dire: «Io credo Signore». Chi confida e si affida al Signore, non rimarrà deluso, perché per ogni cristiano la speranza è già certezza. E la speranza è solo in Dio, perché è la nostra unica salvezza, il nostro unico scudo, la nostra medicina. Io credo che tu hai vinto la morte e puoi ridonarci la gioia, la serenità, la pace dell’umanità. Questo ti chiediamo di cuore: proteggi l’opera delle tue mani. L’uomo fragile, peccatore, ma bisognoso del tuo aiuto. Allora sarà Pasqua e potremo uscire dalle nostre case, dai nostri sepolcri, rompere il silenzio per camminare insieme e cantare l’Alleluia. Solo allora potremo augurarci: Buona Pasqua”.