Di Danila Bonsangue.
Un cittadino di Caltanissetta scrive alla nostra redazione: “ Spero non abbiate mai avuto bisogno di chiedere informazioni o di richiedere servizi all’ASP di Caltanissetta. Il personale che risponde al telefono, è gentile e cerca di aiutare la gente, ma la mancanza di informazioni fornite e l’impossibiltà quasi totale di contattarli o di aspettarsi una risposta da loro, rende patetici i servizi che dovrebbero fornire.
Questa è la mia storia:
Giorno 8, sono entrato in contatto con un positivo. Siamo andati insieme al mare e li mi sono procurato un’ustione perché mi sono addormentato sotto il sole. La sera, avevo la febbre a 39,7° per cui sono andato alla guardia medica che mi ha prescritto il necessario per fronteggiare la febbre e le scottature. Mi hanno però detto che superando i 37,5° di febbre sarei dovuto andare al drive in dell’ospedale per fare il tampone perché poteva trattarsi di covid (certo, ormai la diagnosi differenziale è stata messa da parte così come la capacità analitica e l’intelligenza in generale).
Comunque, il giorno dopo mi hanno fissato un appuntamento al Drive in dell’ospedale per fare il tampone per giorno 18. A quanto dicono, devono passare 10 giorni prima di fare il tampone perché se sei asintomatico (e io il giorno dopo non avevo più niente se non le scottature), devi stare a casa in vigile attesa che si presentino sintomi prima di poterti fare il tampone.
Il mio errore, è stato quello di comunicare quando me lo hanno chiesto, che sono entrato in contatto con un positivo (siamo andati insieme al mare giorno 8). Perché, se sei positivo, sei assistito, se sei negativo non hai bisogno di assistenza, ma se sei negativo ma entrato in contatto con un positivo, allora entri in una spirale di attesa, incompetenza e mancanza di informazioni che ti può portare anche a fare gesti estremi (sempre nel rispetto della legge).
L’appuntamento è stato quindi fissato per giorno 18 per fare il tampone, mi è stato detto che per problemi avrei potuto contattare l’ASP al numero 0934-559999 o 0934-559955. Provateci Voi, se ci riuscite. E’ più facile parlare con il Papa o con il Presidente della Repubblica. Risponde sempre un risponditore automatico che ti avvisa che le linee sono tutte occupate per sovraffollamento e di riprovare più tardi. Ho chiamato per 10 giorni senza avere risposta.
Se sei in quarantena, puoi farti portare la spesa a casa e magari anche parlare con la vicina che si trova nel balcone vicino al tuo perché ci sono più di 3 mt di distanza e anche allora, metti la mascherina per sicurezza. Ma quello a cui nessuno pensa, è lo smaltimento dei rifiuti. Come fai a buttare la spazzatura se non puoi uscire?
Per saperlo, ho provato a chiamare e inviare email a tutti: Vigili Urbani, Comune, ASP, ASL, Comune di Caltanissetta (che in quanto ad efficienza, se la gioca con l’ASP). Non mi ha risposto nessuno tranne i Vigili Urbani che mi hanno gentilmente risposto che è un problema risaputo in quanto hanno anche avuto una riunione per discutere di questo problema e hanno concluso che doveva essere l’ASP a informarsi e richiedere il ritiro dei rifiuti.
Nel frattempo, sono passati 8 giorni e nessuno mi ha dato risposta. Provate ad immaginarvi cosa significhi tenere la spazzatura fuori nel balcone con questa temperatura e soprattutto, dover smaltire anche i pannoloni che dopo 8 giorni, non vi dico quale fragranza emanassero…
Visto che nessuno mi dava una risposta, ho preso l’iniziativa e anche se non potevo (ma non avevo altra scelta), sono uscito alle 22:30 in modo che non incontrassi nessuno e ho buttato l’immondizia nella raccolta differenziata, facendo ben attenzione a che fosse ben chiusa (in fin dei conti, non eravamo positivi).
Arriva il fatidico giorno 18 e alle ore 8:30, mi reco al drive in dell’ospedale per fare il tampone (sono andato da solo ovviamente, con la mia macchina). Arrivato li, faccio il tampone e mi viene detto che poiché sono entrato con un positivo, il risultato non è immediato ma mi verrà inviato a casa (dopo ho capito che non era un tampone rapido, ma uno molecolare). Mi viene consegnato un foglio con un codice per scaricare il referto e io faccio presente che sia io che i miei genitori siamo già registrati sul portale covid dell’ASP. La ragazza, mi da comunque il foglio. Chiedo quindi se verrano a fare il tampone a domicilio ai miei come richiesto e mi rispondono di si. Sarebbero venuti in giornata.
Alle 16:00, ancora non era ancora venuto nessuno e mentre stavo per inviare un’email per avere informazioni, mi chiama una Dottoressa avvisandomi che gli addetti non sono potuti venire e che non escono dopo le 13. Sarebbero venuti l’indomani mattino. Neanche a dirlo, l’indomani si è verificata la stessa situazione: nessuna telefonata e poi alle 18, mi chiama la Dottoressa per avvisarmi che hanno avuto troppo da fare e sarebbero venuti l’indomani mattino.
Arriviamo così a giorno 20. Il mattino mi chiama una ragazza dall’ASP dicendomi: “Come mai i suoi genitori non sono venuti al Drive in a fare il tampone? Lo sa quanto lavoro abbiamo? Adesso, devo fissarle un nuovo appuntamento per la prossima settimana”. Ma l’odissea non è ancora finita. I risultati non arrivavano. Ho quindi scritto un’email chiedendo che mi venissero inviati i risultati. Arriva qundi il mio referto dal quale risultavo negativo e anche il codice per scaricare il green pass. L’email e l’sms con l’authcode, mi arriva giorno 20 alle ore 10:35. Quindi, per curiosità, scarico il green pass e qui mi rendo conto della terribile presa in giro. Il green pass, è valido fino a giorno 20 alle ore 12. In pratica soltanto per un’ora e mezza. Mi viene inoltre detto che anche se ho il green pass, non posso uscire di casa finchè l’ASP non mi invia la liberatoria che arriverà dopo il referto dei miei genitori (visto che vivo con loro).
A quel punto, sono entrato in modalità Pitbull.
Ho cominciato a gridare talmente forte che i vicini del palazzo di fronte, sono usciti sul balcone per vedere cosa stava succedendo. Le ho detto che avevo fissato l’appuntamento per il tampone a domicilio perché i miei non possono muoversi e lei mi ha detto che a loro non risultava e che il tampone era stato fissato per il drive in. A questo punto, ho riagganciato prima di dire qualcosa di cui poi sicuramente mi sarei pentito.
Ho però inviato un’email all’ASP dove spiegavo la situazione e dicendo che se questa era la loro serietà e professionalità, allora avrei contattato il mio legale e avvisati i media e scusandomi per come ho trattato la ragazza che mi ha chiamato. Due minuti dopo mi ha telefonato una dottoressa, avvisandomi che c’è stato un errore e che l’indomani mattino sarebbero venuti a fare il tampone ai miei genitori. Ho anche chiesto come smaltire i rifiuti e mi ha risposto che poiché non eravamo positivi, potevo uscire la sera a buttare la spazzatura, differenziandola e indossando una mascherina per buttare la spazzatura (che è quello che avevo fatto 2 giorni prima)
Non ci crederete, ma alle 9 di sabato, è venuto un ragazzo che ha fatto il tampone ai miei. E veniamo ad ora. Oggi (giorno23), non mi sono ancora arrivati i referti e i tamponi dei miei oltre che la liberatoria per tutti noi.
Invio nuovamente un’email all’ASP che mi dice che hanno inviato i codici. Spiego che non abbiamo ricevuto nulla e mi vengono comunicati i numeri telefonici a cui hanno inviato i codici. Per mia madre hanno inviato i dati a mia sorella mentre quelli di mio padre sono stati comunicati a mio cognato. Chiedo come mai e mi rispondono che hanno preso i numeri dall’ultima cartella clinica di pregressi ricoveri dei miei. Spiego che i miei genitori sono registrati sul sito dell’ASP dove è registrato anche il loro numero di cellulare e la loro email e chiedo che modifichino i dati in modo tale che anche successivamente le comunicazioni vengano inviate correttamente. Mi rispondono che non possono fare la modifica perché non è di loro competenza ma possono inviare i codici e le liberatorie alla mia email.
Alle ore 12, finalmente ho tutto comprese anche le liberatorie per poter finalmente uscire.
Voi penserete: finalmente è finita, non ci sono più problemi.
Non c’è mai limite al peggio…
Alle ore 16, mi telefona un addetto della Dusty che mi dice che hanno ricevuto la segnalazione dell’ASP per ritirare l’immondizia da smaltire. Al che, ho iniziato ad alzare la voce anche con l’addetto della Dusty se non che, mi spiega che non è stata colpa loro. L’ASP comunica alla Dusty il ritiro dei rifiuti, ma solo dopo che c’è il referto del tampone. Poiché hanno comunicato l’esito solo dopo che hanno fatto il tampone i miei, la segnalazione è arrivata alla Dusty questa mattina. Mi sono immediatamente scusato con l’impiegato della Dusty e gli ho raccontato brevemente la situazione. Mi dice che non sarei dovuto uscire ma gli spiego che la dottoressa stessa mi ha detto, solo dopo 12 giorni che provavo a chiedere, che potevo smaltire i rifiuti normalmente poiché non eravamo positivi.
L’impiegato mi spiega che non è così e mi chiede se ho ancora immondizia da smaltire. Gli dico di no perché la prima volta l’ho smaltita dopo 8 giorni e la seconda volta è stato ieri. Gli ho assicurato che i sacchi erano stati regolarmente sigillati e smaltiti correttamente e che comunque tutti noi siamo risultati negativi al tampone. Mi ha anche spiegato che in questi casi, conviene chiamare il numero verde o bianco della Dusty chiedendo il ritiro a domicilio dei rifiuti.
Continuando a parlare, ci siamo rilassati entrami e quando gli ho detto che la gestione da parte dell’ASP era pietosa e da terzo mondo, mi ha raccontato che alcuni giorni fa, l’ASP ha inviato a Dusty un elenco di persone che erano in quarantena (sia perché positivi che in quarantena fiduciaria). Il personale Dusty si è meravigliata di così tante richieste e poi hanno fatto una scoperta inserendo i nominativi nei loro archivi.
Quella lista inviata, era di gente che sono stati in quarantena l’anno scorso da Luglio ad ottobre e che da ottobre non erano più in quarantena e ai successivi tamponi, sono risultati negativi.
A questo punto mi chiedo:
– ma non c’è stata l’informatizzazione delle organizzazioni?
– Allora come mai hanno preso i dati dalla cartella clinica e non dalle registrazioni online?
– Come mai hanno inviato una lista con dati vecchi di un anno?
– Perché non rispondono alle email o telefonicamente a chi ha bisogno di informazioni?
– Perché sul loro sito non c’è una sezione o un link a delle FAQ su come bisogna comportarsi in caso di quarantena fiduciaria ma solo in caso di positività?
E per ultimo….
Ma siamo in Italia o in un paese del terzo mondo? Scusate, i paesi del terzo mondo sono organizzati meglio.