Di Danila Bonsangue
Una cittadina di Caltanissetta segnala: “ Tra buche e Pronto Soccorso dell’ospedale Sant’Elia siamo in una botte di ferro!” . Cosa è accaduto alla signora? Passeggiava tranquillamente con il suo cagnolino in via Turati, quando a causa di due mattoncini mancanti dal marciapiede è caduta fratturandosi la caviglia. I marciapiedi della città sono quasi tutti con grosse buche o mattoni divelti e in più presentano grossi alberi che rendono difficoltoso il passaggio. La signora mentre camminava ha messo male il piede, in bilico sul buco, ed è scivolata. Questa la prima segnalazione che riguarda le strade e i marciapiedi cittadini che potrebbero anche, in caso di caduta, creare danni peggiori soprattutto alle persone anziane. Andiamo al secondo problema: La signora arriva alle 19.15 al Pronto Soccorso dell’ospedale Sant’Elia con forti dolori avendo il piede rotto. Ovviamente il compagno non può entrare e resta fuori. La Nissena trova il caos, 40 persone circa che stanno male, solo 15 lettini, un portantino e tre infermieri che non sanno come dividersi. Viene fatta sedere su una sedia a rotelle, che non si muove, piazzata nel corridoio e resta in attesa di una radiografia fino a mezzanotte. Si guarda attorno, gente che soffre, compresa una ragazzina di 16 anni con febbre e patologie sempre lì in attesa. Dopo la radiografia in attesa dell’esito le chiedono un modulo firmato che non aveva perché lasciata in attesa ore senza che nessuno le avesse detto niente. Come fa a prendere il modulo se là sedia con le piccole rotelle non si muove? Il compagno va a casa prende delle stampelle e riesce a farle entrare e la signora sempre con il piede rotto, va a prendere il modulo. È notte il piede non si può ingessare. Torna il giorno dopo e viene finalmente ingessata, sempre dopo una lunga attesa e sempre alle prese con sedie a rotelle che non si muovono. La signora racconta: “ C’è il caos, secondo me a causa di poco personale che non sa come dividersi prima ma a farne le spese siamo noi cittadini. Arrivavano le ambulanze che dovevano far scendere i pazienti dalle lettighe ma non sapevano dove metterli”