In merito al progetto relativo alla scala mobile da realizzare sulla o in prossimità della scalinata Silvio Pellico, il Centro Commerciale Naturale di Caltanissetta chiede che non venga realizzata.
La nostra è una scelta responsabile che trova una perfetta identità di vedute con l’architetto Saggio, ex Sovrintendente, l’architetto Janni di Italia Nostra e l’architetto Cassetti tutti intervenuti al Consiglio Comunale di lunedì 25 luglio per approfondire i pro e i contro di questo progetto; per esprimere un parere estetico, di staticità della struttura e di utilità per cittadini e forestieri.
Siamo certi come i predetti tecnici che molti sono i motivi per appellarci al Sindaco affinchè Caltanissetta non diventi definitivamente l’emblema di cose belle ma incomplete e in una condizione di degrado.
Ci ha fatto piacere sentire con i sopracitati tecnici una perfetta identità di vedute sulle tante e troppe Piazze scarsamente illuminate come Piazza Garibaldi pur essendoci già impianti e faretti; oppure sulla struttura in corten di fianco a Palazzo del Carmine da sempre al buio o la scalinata e fontana situate a Santa Lucia non illuminate e funzionanti.
Insomma troppi sono gli esempi di opere realizzate ma non funzionanti che danno una brutta sensazione di abbandono e di degrado al nostro centro storico.
Per ultimo, ma non ultimo, si pensa di dare tale scala mobile in gestione e quì ci domandiamo chi parteciperebbe ad un bando in una zona notoriamente non frequentata ne da cittadini ne da viaggiatori e ancora: con un costo della corrente elettrica schizzato alle stelle, quindi, tornando a noi: chi pagherebbe il costo di gestione?
Si è giustificato questo investimento comunale per abbattere le barriere architettoniche e per favorire il camminamento lento ma allora perché non provvedere semplicemente a rendere Caltanissetta fruibile anche a chi ha difficoltà di spostamento? Per concludere: chi desidera promuovere il camminamento lento, cosa c’è di meglio che camminare sotto gli alberi che fiancheggiano la villa comunale: salutare oltre che lento.
Vincenzo D’Oca