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Home» Redazione»Caltanissetta abbatte o no l’antenna più alta d’Italia?

Caltanissetta abbatte o no l’antenna più alta d’Italia?

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“L’ANTENNA RAI DI CALTANISSETTA non verrà abbattuta”. Con questo titolo il giornale la Repubblica enfatizzava l’approvazione della delibera della Giunta Comunale del 2013 che stanziava 537 mila euro per l’acquisto dell’intera area di proprietà di Rai Way.
Sembrava quindi scontato il pericolo della dismissione di uno dei simboli più significativi della città di Caltanissetta ma, da notizie pervenutemi, Rai Way sta avviando le procedure di appalto per la sua dismissione.
Una procedura da bloccare immediatamente se non si vogliono poi attivare contenziosi che serviranno solamente a fare lievitare i costi ed a rendere sempre più complessa la procedura di acquisto.
Per i nisseni il lungo traliccio di 286 metri che si staglia su Colle Sant’Anna (660 metri sul livello del mare) è sempre stato semplicemente “l’antenna”, diventando pian piano il simbolo della città.
Ma in realtà gli impianti Rai di Caltanissetta rappresentano un raro gioiello di tecnologia, un importante tassello nella storia della radio, non solo italiana. L’impianto fu costruito a partire dal 1949 dalla Cifa (Compagnia italiana forme e acciaio) ed inaugurato nel 1951 dal ministro per le telecomunicazioni Giuseppe Spataro e da ben due presidenti della Regione, l’uscente Giuseppe Alessie il neo eletto Franco Restivo. Oltre alle normali trasmissioni in onde medie e onde corte, il centro trasmittente aveva un compito strategico ben preciso: portare il segnale della radio italiana in tutti i Paesi del Mediterraneo e in buona parte dell’Africa. Questo grazie al lungo traliccio destinato all’antenna ad onde lunghe e alla famosa “Caltanissetta 1” in onde medie con potenza di 25 chilowatt che irradiava ogni giorno anche un notiziario in lingua araba. Ma il centro Rai ha più di una particolarità, a partire dal lungo traliccio costruito con tecniche assolutamente avveniristiche per l’epoca e che fino al 1965 detenne il primato di struttura più alta d’Europa. Ancora oggi è la terza del Continente dopo la torre tv di Vinnycja in Ucraina (354 metri) e la Belmont Transmitting Station in Gran Bretagna (352 metri).
Una “torre autoportante a traliccio” provvista di tiranti ancorata a quattro piloni e poggiata su due isolatori sferici in porcellana da 16 quintali ciascuno. Ma anche all’interno della palazzina di circa 3 mila metri quadrati di superficie non mancano i tesori.
Impianti di trasmissione ancora intatti che rappresentano pezzi unici nella storia della radiodiffusione, come ha sottolineato persino il nipote di Guglielmo Marconi durante una sua visita.
L’antenna a onde lunghe fu spenta il 9 agosto del 2004 seguita da tutte le altre a metà dello scorso anno. Così il centro fu abbandonato in attesa della demolizione.
Una doverosa descrizione storica degli impianti RAI per i quali movimenti cittadini e le amministrazioni Campisi e Ruvolo hanno manifestato la volontà di non procedere all’abbattimento dell’antenna, bensì lavorare alla valorizzazione di questa archeologia industriale che può arricchire la città di un altro importante segmento di interesse turistico.

Un progetto di valorizzazione di un area che non può essere affidata alla solita speculazione edilizia, ancorché sarebbe anch’essa fallimentare visto che la metà degli immobili nisseni sono in vendita, ma un progetto di ampio respiro che regali ai cittadini un’area a parco e a Museo delle Telecomunicazioni in memoria anche delle attrezzature presenti, firmate Guglielmo Marconi.
La città rischia di perdere ancora un ulteriore pezzo della sua storia. Se si avvierà la procedura per l’abbattimento dell’antenna sarà difficile bloccarne l’iter.
Non basta illudersi che l’area è sottoposta a vincolo paesaggistico (forse), che l’area è sottoposta a vincolo urbanistico (forse), che gli atti per l’acquisto sono pronti e quindi si può procedere all’acquisto (forse).
Si proceda immediatamente ad istituire una conferenza dei servizi che analizzi lo stato dell’arte e ognuno verifichi quale il percorso più veloce per arrivare ad acquisire l’area e quindi ad evitare l’abbattimento dell’antenna che per RAI WAY in mancanza di proposte, ma soprattutto di atti, ha già deciso di procedere.
Evitiamo che sia inferta ancora una volta una ulteriore ferita mortale al nostro territorio.

Giuseppe D’Antona Presidente Pro loco Caltanissetta

Antenna Rai|Caltanissetta 2016-03-18
Tags Antenna Rai|Caltanissetta
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