La misura omnicomprensiva dell’assegno unico universale, prevista per le famiglie nel 2022 con la legge di Stabilità, è stata
confermata dalla legge di bilancio 2023 e rimodulata.
Sin da subito Meritocrazia Italia ha accolto con favore la scelta di sostituire tutti i sussidi allora esistenti e
frammentariamente regolati, includendo tra i beneficiari anche nuove categorie di lavoratori.
Allo stesso tempo, però, ha evidenziato non poche criticità, oltre a carenze di programmazione di medio-lungo periodo tali da rendere gli interventi iniziative di mero sussidio, utili ma insufficienti e inadeguate a garantire equilibri stabili e reale
benessere per le famiglie.
Anche se gli aumenti potrebbero effettivamente aiutare le famiglie mitigando il problema inflattivo, il tetto Isee previsto riduce inevitabilmente la platea dei potenziali beneficiari. Inoltre la rimodulazione sarà concessa solo con l’aggiornamento
dei dati Isee entro date prestabilite.
Entro il 28 febbraio 2023, infatti, deve essere inviata la Dichiarazione sostitutiva unica all’Inps per ottenere dati aggiornati e consentire all’istituto di erogare la nuova cifra prevista. In difetto, a marzo sarà percepita dalle famiglie la quota minima di €
50,00 per ogni figlio.
Va ricordato che già ora vi è un 20% di famiglie cui viene riconosciuto l’assegno unico senza Isee, ricevendo l’importo minimo. Il dato potrebbe aumentare per mere ragioni burocratiche. Il documento da presentare per fruire dei nuovi benefici
non è stato presentato, inoltre, per circa 43.000 figli con handicap a cui sicuramente spetta una cifra più alta.
Stesso problema per le circa 350.000 famiglie che ricevono sia l’assegno unico universale che il sussidio del reddito di
cittadinanza, in quanto l’Isee aggiornato è necessario per entrambe le misure.
Meritocrazia Italia ribadisce l’opportunità di valutare come parametro di riferimento il solo reddito familiare, al fine di impedire iniquità sostanziali derivanti dallo stato patrimoniale, potenzialmente fuorviante rispetto alla reale condizione
economica familiare.
Questa proposta, già avanzata in passato, era stata recepita almeno in parte con l’introduzione del quoziente familiare, che dava meno peso all’Isee, ma il tutto, purtroppo, è caduto nel nulla e sarà valutato non prima del 2024, con conseguenti
disfunzioni e disagi.
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