La segreteria provinciale del sindacato dei giornalisti SAGI ha chiesto al sindaco di Agrigento, Franco Miccichè, la revoca delle delibera di incarico del portavoce. “Circa un mese fa- scrive il sindacato dei giornalisti- le abbiamo sottoposto, proprio nella fase di avvio della sua attività amministrativa, la questione della comunicazione dell’Ente, ed in particolare dell’Ufficio Stampa”. “Questa organizzazione sindacale di categoria, in perfetta sintonia con l’altro sindacato di giornalisti, Assostampa, che Lei ha già incontrato nelle scorse settimane, le ha proposto di creare un vero e proprio ufficio stampa per tutto quello che riguarda la sua attività, quella della giunta e del consiglio comunale, in modo stabile e professionale, provvedendo con un bando pubblico nel caso nella pianta organica del Comune non fosse presente un iscritto all’Albo per ricoprire tale ufficio. “Apprendiamo però che con determinazione del 30.10.2020 ella ha conferito l’incarico di Portavoce ad un giornalista professionista pensionato, a titolo gratuito e per la durata di un anno. Le facciamo presente che in analoghe e recenti situazioni, sia l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia che i sindacati di categoria, hanno chiesto la immediata revoca di tali incarichi a titolo gratuito perchè violano la norme deontologiche in quanto i giornalisti non possono accettare incarichi non remunerati e a maggior ragione, in questo caso, per i professionisti che incorrono così in sanzioni disciplinari”. “Pertanto- scrive il SAGI- la invitiamo a revocare subito l’incarico in questione e nel caso Ella intenda, come il suo predecessore Firetto, proseguire in questo senso le rammendiamo che il portavoce sviluppa solo un’attività di relazioni con gli organi di informazione in stretto collegamento ed alle dipendenze del vertice “pro tempore” delle amministrazioni e non si occupa di comunicati, di rassegna stampa o di quant’altro riguarda l’attività specifica dell’Ufficio Stampa”. “Le proponiamo quindi di procedere con un bando pubblico- conclude il SAGI- aperto a giornalisti pubblicisti e professionisti inoccupati o disoccupati da almeno due anni, e non quanti, invece sono titolari di pensione o di incarichi e consulenze remunerate, in modo da venire incontro a tanti operatori dell’informazione che oggi non lavorano per la crisi che colpisce in modo pesante l’editoria”.
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