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Nell’ambito delle iniziative di promozione e valorizzazione del Polo Museale di Gela e Caltanissetta relativamente alle collezioni archeologiche custodite nel Museo Regionale Interdisciplinare di Caltanissetta, la mostra “ Abitare, pregare e morire nell’antichità”, costituisce senz’altro un appuntamento da non perdere.
Il Direttore del Museo Archeologico, Giovanni Crisostomo Nucera, con questa esposizione ha voluto arricchire le già notevoli aree espositive della struttura museale, ricreando delle ambientazioni di vita quotidiana mediante l’utilizzo di reperti finora conservati nei depositi dello stesso Museo; sono più di 130 oggetti che per la prima volta saranno presentati al pubblico inseriti in ambientazioni particolarmente suggestive.
La mostra, attraverso una selezione di reperti appositamente scelti, racconta i tre momenti più importanti della vita degli uomini nell’antichità: come vivevano nelle loro abitazioni, come pregavano nelle aree sacre e infine come venivano seppelliti. Il filo conduttore della mostra è dunque rappresentato dalla vita quotidiana degli uomini dell’età indigena e greca con un salto alle soglie della modernità. Chiude infatti il percorso espositivo un’ambientazione di vita domestica contadina e artigianale della Sicilia tra 1800 e 1900. Questi ultimi materiali, facenti parte della collezione etnografica del Museo Etno-antropologico di Vallelunga Pratameno, sono stati prestati dal Sindaco del Comune di Vallelunga Pratameno, Avv. Giancarlo Pelagalli, e dalla Soprintendenza dei BB.CC.AA. di Caltanissetta, nella persona dell’arch. Vincenzo Caruso, che ne detiene la tutela. La Mostra, curata dall’ Arch. Giovanni Crisostomo Nucera e dagli Archeologi Marina Congiu e Gianluca Calà, sarà inaugurata Martedì 14 Marzo 2017 alle ore 10,00 e rimarrà aperta al pubblico fino al 14 Maggio 2017.
L’esposizione si snoderà per tutto il piano inferiore del Museo Archeologico con sette sezioni, ciascuna delle quali corrisponde ad una precisa ambientazione. Il percorso inizia dall’area per la lavorazione e la conservazione delle derrate, zona agricola e artigianale, per passare alle ambientazioni del simposio (esclusivo degli uomini), alla cucina e al gineceo (esclusivo delle donne). Da qui la Mostra prosegue verso la ricostruzione di un’area sacra per Greci e Indigeni e verso l’area della necropoli in cui sono state ricostruite diverse sepolture; il percorso su conclude con l’ambientazione dedicata alla vita contadina dei nostri avi della prima metà dello scorso secolo.