[embed_video id=127751]San Michele è il patrono di Caltanissetta sin dal 1625 quando, come racconta la leggenda, un frate cappuccino, fra’ Francesco Giarratana, appartenente ad un convento allora ubicato in contrada Pigni (oggi viale Regina Margherita), vide un soldato che con una spada respingeva un uomo che poi risultò essere appestato e che stava entrando in città per la porta sita in contrada Sallemi. Quel guerriero era l’Arcangelo Michele come egli stesso ebbe a dire allo stesso frate il giorno dopo l’evento. La richiesta del santo fu quindi quella di essere venerato in città come protettore. Così, dopo l’interessamento del Clero e dei magistrati dell’epoca, fu proclamato a furor di popola San Michele Patrono della città e fu costruita in suo onore una chiesa vicino alla grotta dove fu ritrovato l’appestato scacciato dall’arcangelo, chiesa che venne poi ampliata, dopo un calo devozionale della città durato vari decenni, nel 1837 in occasione di un altro miracolo che fu ascritto allo stesso santo. Iniziò così il culto per l’Arcangelo San Michele. Per venerare il santo fu costruita una statua in legno dallo scultore Stefano Li Volsi (di Nicosia), tutt’oggi esistente e collocata alla destra dell’altare maggiore della chiesa madre. “La leggenda narra dei problemi legati alla fattura della testa, che l’artista – nell’impossibilità di saperla realizzare con le dovute caratteristiche soprannaturali – dopo le sue preghiere l’avrebbe addirittura trovata già bell’e fatta «ad opera degli angeli”.
Quando San Michele fu proclamato patrono di Caltanissetta il Livolsi stava lavorando alla scultura di un angelo custode che per richiesta della città fu modificato per farne la statua del santo. Nella mano sinistra della statua vi è una catena, e nella destra che sembra indicare il cielo vi è una lancia. Ai piedi della statua è raffigurato il demonio sottomesso dall’arcangelo. Ad alimentare la leggenda della testa vi è il fatto che il simulacro sia costituito da legno di salice, mentre la testa risulta essere di legno d’olivo. Ogni anno, l’8 Maggio, il 29 Settembre e il 28 Dicembre la statua viene portata in solenne processione per le vie del centro storico della città. L’8 maggio, a memoria del miracolo che liberò Caltanissetta dalla peste, viene portata in processione la statua per le vie della città dalla chiesa madre fino alla chiesa di San Michele, dove permane per più di una settimana per poi ritornare alla chiesa madre. La processione si svolge con la scorta della “Real Maestranza” che tradizionalmente partecipa a vari riti religiosi nisseni. La stessa viene chiamata dai nisseni “San Michele in villeggiatura” a sottolineare il fatto che per una settimana all’anno il santo viene spostato dalla sua ubicazione abituale.
La processione più importante e partecipata prende corpo il 29 settembre, giorno in cui Caltanissetta si ferma per glorificare il suo santo patrono. I festeggiamenti per San Michele durano un’intera settimana con celebrazioni di messe solenni che culminano con i canti delle Litanie di San Michele. Otto giorni prima della festa la statua di San Michele viene prelevata dall’altare della navata destra della cattedrale e “intronizzata” nell’altare maggiore dove vi resterà fino alla fine delle festività. Nei due giorni antecedenti il 29 e il mattino stesso del 29 settembre alle ore 7:30 vengono sparati 21 colpi a salve di cannone. La mattina del 29 durante la messa il sindaco della città offre un cero votivo al Patrono mentre la sera alle 19:30 ha luogo la solenne processione che percorre le tradizionali vie delle processioni nissene. La processione viene accompagnata e curata nei minimi dettagli dalla Deputazione di San Michele, dalla Sacra Lega di San Michele e dall’Associazione Devoti Portatori che al grido di “E gridammu tutti”, “W lu principi San Micheli Arcangiulu”, portano a spalla la pesante struttura dove è ubicata la statua. A precedere il simulacro, oltre alla banda cittadina, vi sono Vescovo, il Capitolo Cattedrale, il Clero della Città, il Seminario Vescovile, il Sindaco, l’Amministrazione Comunale e le Autorità. Dietro al simulacro si snoda la folla dei fedeli molti dei quali percorrono le vie della processione scalzi per devozione.
Al termine della processione il santo si ferma innanzi alla porta della cattedrale rivolgendo lo sguardo verso la piazza. Vengono quindi fatti esplodere i fuochi pirotecnici e così il santo può rientrare “in retromarcia” nella chiesa per essere ancora venerato dai fedeli.
In concomitanza dei festeggiamenti, che come detto durano un’intera settimana, ha luogo la tradizionale fiera di San Michele che però non affonda le sue radici ai primi del 1600, anno dell’apparizione del santo, ma bensì sin dal 1550, quando si svolgeva già dal medioevo la fiera di fine settembre prima della nuova aratura.
Il 28 dicembre San Michele esce in processione assieme all’Immacolata e al Redentore (che assieme al santo proteggono la città) per la festa dei tre santi che fu introdotta nel 1908 come ringraziamento per la grazia che fece si che il terremoto che distrusse Messina non coinvolgesse anche la città di Caltanissetta.