“L’indagine “è importante” in quanto questa volta “segnala” in Lombardia non “le infiltrazioni di ‘ndrangheta, ma di Cosa Nostra”. Lo ha detto in conferenza stampa il procuratore aggiunto e coordinatore della Dda milanese, Ilda Boccassini, illustrando i retroscena che hanno portato in carcere – tra gli altri – il penalista di Caltanissetta Danilo Tipo, accusato di riciclaggio con l’aggravante di aver favorito la mafia. La Boccassini ha voluto evidenziare come in particolare Giuseppe Nastasi, titolare del consorzio di cooperative al centro dell’inchiesta, avesse “legami con cosche importanti come gli esponenti della famiglia Accardo”. “Garantiremo agli indagati un processo rapido e quindi si procederà con la richiesta di rito immediato e alla trascrizione in tempi brevi di tutte le intercettazioni” che sono alla base dell’indagine, ha detto Ilda Boccassini. “Non sono individuate responsabilità penali in capo a Ente Fiera o a Expo”, ha precisato il procuratore aggiunto.
Secondo i pm milanesi, l’avvocato nisseno Danilo Tipo, avrebbe portato 295.000 euro di tangenti dalla Lombardia e destinati alla famiglia mafiosa di Pietraperzia. Il 23 ottobre scorso il legale era stato fermato in autostrada. Nel bagagliaio della sua Fiat 500 c’erano venticinque buste di plastica piene di soldi. Tipo disse che si trattava di soldi dei clienti. Parcelle in nero, insomma. Ed invece, secondo i finanzieri, si sarebbe trattato di mazzette.
A consegnargli il denaro sarebbe stato Liborio Pace, stretto collaboratore di Giuseppe Nastasi, l’amministratore delegato del consorzio Dominus scarl, anche lui nisseno, che avrebbe ottenuto illegittimamente in sub appalto dei lavori in occasione di Expo per conto della cosca mafiosa di Pietraperzia. Sulla base delle indagini del procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dei sostituti Sara Ombra e Paolo Storari, tra i lavori “pilotati” ci sarebbero quelli dei padiglioni di Francia, Kuwait, Guinea Equatoriale e dello sponsor Birra Poretti. Al clan mafioso di Pietraperzia, nell’Ennese, sarebbero stati versati 413 mila euro in contanti trasportati in Sicilia con un furgone all’interno di una piscina gonfiabile.